mercoledì 21 settembre 2011

[LIBRO] Il Monaco

  • TITOLO: Il Monaco
  • AUTORE: M. Gregory Lewis / Antonin Artaud
  • TRADUTTORE: Giorgio Agamben / Ginevra Bompiani
  • EDIZIONE: Bompiani, 2006
  • PROVENIENZA: IBS, nuovo

 Il Monaco è un romanzo gotico scritto da Matthew Gregory Lewis e pubblicato originariamente nel 1796 in 3 volumi. La traduzione pubblicata da Bompiani è una riduzione (o meglio: riscrittura) curata dal commediografo Antonin Artaud che elimina alcuni passaggi lenti della trama e ne riscrive altri (in alcuni punti il testo sembra quasi un copione teatrale, tanto è stato reso immediato) per intensificarne l'effetto. Giusto per rendere l'idea, ecco una nota aggiunta da Artaud per spiegare la mutilazione di una poesia nel testo:
Abbiamo soppresso una buona parte della poesia che ha un interesse per Elvira e Lorenzo (i due personaggi in "scena" n.d.F.), ma ben poco per il lettore. Questi sostituirà l'intervallo dei puntini con strofe di sua invenzione e immaginerà che la loro lettura è durata abbastanza per motivare il passaggio di donna Elvira nella stanza accanto e il suo ritorno dopo qualche minuto. (Nota di A.A.)
 Ambrosio è il virtuoso, innocente e (purtroppo per lui) superbo monaco che dà il titolo all'opera e che le vicende trasformeranno in un mostro di vizio e corruzione, per "merito" dell'intervento di Rosario/Matilda, una bellissima ragazza infiltrata nel convento. Il poveretto subirà una fine tragica.
Nessun elemento capace di turbare le coscienze o stimolare pensieri pruriginosi è stato omesso dal testo: fantasmi, demoni, magia nera, brigantaggio, sepolture premature, cimiteri, catacombe, cadaveri in putrefazione, vizi, assassinii, amori proibiti, stupri, incesto, torture, inquisizione, sangue e blasfemia. Ogni tanto qualche scabroso passaggio può far sorridere il moderno lettore smaliziato (visto che ormai siamo abituati a immagini ben più spinte e terribili di certe fantasie descritte da Lewis), ma il libro è indubbiamente da non perdere per gli appassionati del gotico e per le persone a cui piacciono cupe storie contorte che si snodano tra le nebbie del vizio, castelli diroccati e inquietanti lamenti. È da lodare anche una certa insofferenza per l'ipocrisia ecclesiale che emerge chiaramente in certi punti del testo ("Come?" pensò, "legge la bibbia e ancora non ha perso la sua innocenza?").

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