venerdì 3 giugno 2011

Referendum e "libertà di voto"

In questo periodo il tempo per me è tiranno: ho poco tempo per qualsiasi cosa che non siano testi unversitari e linguaggi di programmazione.
Nonostante questo, credo sia importante spendere una decina di minuti per dire la mia sul referendum del 12/13 giugno (che fortunatamente richiederà una risposta per 4 quesiti, anzichè 3). Magari questo post lo leggeranno solo in cinque persone, ma anche se fosse non vedo perchè dovrei starmene zitto...


Non voglio dare consigli di voto, non mi posso arrogare una tale capacità, però ci tengo a invitare tutti a VOTARE. Non votare significa dimostrarsi indifferenti, significa non volersi assumere la responsabilità di una opinione nemmeno nel segreto di una cabina elettorale, o peggio ancora: non fare la fatica di formarsela, l'opinione.
Non mi interessa cosa voterete (o meglio, mi interessa il risultato generale e non le decisioni particolari), ma tra una decina di giorni vorrò sapere di vivere in una nazione i cui cittadini sono in grado di formarsi un'idea su cosa vogliono dal futuro e farla valere alle urne. Siete convinti che l'energia nucleare ci aiuterà? che è necessario privatizzare l'acqua per ridurre gli sprechi? che il legittimo impedimento è cosa buona & giusta? BENE, esprimetevi. Magari non saremo d'accordo, ma so stimare una persona con idee diverse dalle mie e in grado di farle valere.

Ultima nota: il PDL ha deciso di "lasciare la libertà di voto" (vedi 7:20 nel filmato). Prima di tutto mi chiedo: cosa è questa libertà di voto che il PDL concede? Ma esiste un qualche caso in cui questa libertà può essere revocata? Sembra quasi un dono giunto dall'alto...
Comunque, visto che anche il partito che più ha osteggiato il referendum lascia ai suoi elettori la libertà di esprimersi consiglio a tutti di approfittarne e dimostrare di essere in grado di prendere decisioni.

5 commenti:

  1. Ben detto! Gli astensionisti non mi hanno mai convinto. Nemmeno quelli che dicono di farlo per cambiare il sistema. Il sistema non si cambia rinunciando al potere di scegliere.

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  2. No, astenersi non aiuta. Parlando in generale, se proprio si rifiuta la scelta allora si rende nulla la scheda: ci si disegna un uccellino, un fiorellino, quel che si vuole.
    Magari il risultato in termini pratici è lo stesso dell'astensione, ma si lancia un messaggio importante: la fatica di andare a votare l'ho fatta, quindi appena mi si offrirà una scelta degna ne approfitterò.

    Astenersi può essere interpretato come: fate quel che vi pare, non mi interessa...

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  3. Per questo si dovrebbe eliminare il quorum. Chi non va a votare, accetta le decisioni degli altri passivamente, o non gli interessano. Perciò si ascolti la maggioranza di quelli a cui la vita pubblica interessa.

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  4. Concordo, è un sistema che si usa nei progetti dove collaboro e funziona perfettamente.

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  5. Anna, la tua idea di elimintare il quorum è fantastica! Hai perfettamente ragione: chi non va a votare "si chiama fuori" dalla decisione... e anche se qualche volta il mancato raggiungimento del quorum è stato sfruttato politicamente, è una strategia che non fa altro che rovinare ulteriormente la coscienza civica degli italiani.

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