mercoledì 29 giugno 2011

Vittime del libro

Vi ricordate il mio vecchio articolo sul destino dell'informazione nell'era digitale? introduceva il problema del rischio di perdita di dati e informazioni a causa del passaggio da formati analogici a digitali. Oggi ho letto che un problema molto simile si è presentato secoli fa, con il passaggio dal volumen al codex.
Un volumen
(da Wikipedia)
Il volumen (pl. volumina) è un rotolo generalmente fabbricato con papiro, su cui il testo è incolonnato parallelamente al lato corto (mentre nella variante del rotulus veniva collocato su singola colonna parallela al lato lungo, era quindi necessaria una lettura verticale). I volumina sono stati il supporto principale per la diffusione del testo durante il periodo pre-cristiano, mentre il codex (strutturato in modo molto simile al nostro libro moderno: con fascicoli di pergamena ripiegati e legati insieme, protetti da un "piatto" rigido sulla faccia anteriore e uno sulla posteriore) ha iniziato a diffondersi in occidente intorno ai secoli III e IV.

Proprio a causa di questa successione tra formati, molte opere sono andate perdute:
Molto verosimilmente una gran quantità di testi è andata definitivamente perduta, giacchè il trasferimento sul nuovo supporto (il libro piegato e rilegato) non è stato un fenomeno totale: i volumina giudicati troppo antichi o semplicemente meno interessanti non sono stati ricopiati. Il fenomeno di dispersione che osserviamo a tale proposito si riproduce ad ogni mutazione tecnica, allorchè il supporto predominante è abbandonato in favore di un nuovo supporto. [1]
Il codex è stato un enorme passo avanti rispetto al formato del rotolo, rendendo possibile una consultazione veloce (senza dover srotolare metà del testo) e una numerazione delle pagine (cartulazione o foliazione), e la rinnovata struttura garantiva una protezione maggiore del supporto scrittorio.

Una perdita simile è avvenuta con l'invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutemberg (XV secolo). Il problema è che queste rivoluzioni dei formati non sono più separate da secoli, ma gli avanzamenti tecnologici si susseguono con cadenza quasi annuale.

[1] Storia del Libro, Frédéric Barbier, pag. 57, trad. Rita Tomadin, ed. Dedalo 2004

5 commenti:

  1. Interessante...e anche inquietante! Speriamo che il criterio su cui si baseranno per decidere quali libri debbano "sopravvivere" non siano le classifiche di vendita. Altrimenti ci ritroveremo più Twilight e meno letteratura, ahimè!

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  2. Purtroppo i criteri variano coi tempi! Qualcosa che oggi getteremmo magari un domani sarebbe considerato inestimabile (io non ho letto né visto Twilight... ma da quanto mi si dice non è esattamente un ottimo lascito ai posteri).
    Invece che partire con una mega-citazione, ti riporto questo link: https://circololetterario.wordpress.com/2011/01/24/umberto-eco-quei-capolavori-che-non-riconosciamo/

    La prima parte dell'articolo è quella che riguarda più da vicino questo discorso.

    Ciao!

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  3. L'ho letto tutto! Davvero è triste pensare che probabilmente ci sono dei Manzoni con il libro nel cassetto o- visti i tempi- con il libro pubblicato a pezzi su un blog, e nessuno si accorgerà di loro, oppure il loro valore verrà riconosciuto quando non potranno più rallegrarsene! Invece l'autrice di Twilight (che io ho letto, tutta la saga), fa un successo spaventoso (per carità quella saga è un buon passatempo frivolo). Io stessa ho conosciuto non dico un Manzoni, ma un bravo scrittore pubblicato per una botta di...fortuna! Per uno scovato, quanti autori di twilight o simili paghiamo? L'ho già detto grazie per avermi inserito nella lista dei blog che segui?

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  4. Eh si, è triste! Ma sinceramente non sono sicuro che le cose possano andare diversamente... Comunque, visto che ci siamo, chi sarebbe questo autore? così fai un pò di pubblicità e io ho un'altro consiglio da mettere in lista!

    Rimanendo sul tema Twilight/succhiasangue/possibili-classici: conosci questo libro? http://it.wikipedia.org/wiki/Varney_il_vampiro
    È il romanzo che ha rappresentato la maggior fonte d'ispirazione per il più famoso Dracula: oggi è considerato un classico ma all'epoca era robaccia economica! Io ho la mia copia parcheggiata in attesa di un periodo di buona volontà (è... imponente).

    Per l'inserimento non c'è bisogno di ringraziare: leggo il tuo blog con piacere!

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  5. E' un professore di filosofia, si chiama Girolamo de Michele, qui c'è una sua sintetica bibliografia http://www.einaudi.it/autori/scheda/%28idAutore%29/0006615/
    Il primo libro che ha pubblicato è "Tre uomini paradossali" che trovi (insieme ad altri) in copyleft. Ha una scrittura davvero particolare, nonostante si tratti di un giallo-noir.
    Sto leggendo di Varney il vampiro, cavolo chiunque sia l'autore ha quasi creato un genere o un personaggio o entrambi! La dubbia paternità poi contribuisce ad infittire il mistero!

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