domenica 14 aprile 2013

Oui, je suis pendolare

Non credo si possa negare come anche il più trasandato dei treni abbia un fascino particolare: forse è vedere il paesaggio che scorre dal finestrino (spesso reso opaco da strati geologici di sebo irrancidito, depositato dalla frizione delle mani di centinaia viaggiatori che, poco attenti ai problemi causati da una scarsa igiene personale, hanno invano tentato di ripulirne la superficie), forse è sentire il rumore ritmato delle rotaie che scorrono velocemente (ma se prendete un interregionale, neanche troppo) sotto di voi durante un viaggio, forse è tentare di terminare quel capitolo che avete appena iniziato, prima che il treno giunga a destinazione, obbligandovi a continuare il giorno successivo (dipendentemente dalla tratta e dalla vostra sfiga, potreste anche rischiare di finire il capitolo, quello successivo e forse pure tutto il libro), forse è trovare un compagno di viaggio con il quale condividere interessanti conversazioni, come in quel racconto di Čechov (ma potreste anche trovarne che vi faranno venire in mente i celeberrimi animali di un altro noto medico russo, noto per gli studi sui riflessi condizionati).
Avendo il piacere di poter saziare quasi quotidianamente il mio spirito di tali esperienze (leggasi, sono pendolare e devo farmi 2 ore di treno al giorno, salvo ritardi) ho deciso di raccogliere quotidianamente le riflessioni e i discorsi dei miei ciarlieri compagni di viaggio, in modo da poter condividere con tutti i miei lettori questa entusiasmante occasione di pace e crescita interiore.