giovedì 2 febbraio 2012

Nonno Mario e la monotonia


Uno lascia spenta la televisione per un giorno e cosa succede? Ti arriva Nonno Mario (quello che "dice le cose giuste per il futuro") con la rivelazione che il posto fisso tutta la vita è una monotonia: Che palle fare sempre le stesse cose! Meglio cambiare, fare cose nuove una volta ogni tanto. L'importante è essere tutelati, e magari tutelare un po' meno quelli che adesso sono super-protetti... Immaginate la mia reazione stamattina alla notizia.

Di cose per la testa me ne sono girate tante (e lasciamo perdere cosa girava più in basso), per esempio che dire una cosa del genere quando succhi la tua bella indennità di Senatore di 11.555,37€/mese (lordi, per carità) è da... da... schifosi? da bastardi? Facile fare i finocchi col culo degli altri, vero? (Mi perdonino eventuali lettori omosessuali per la caduta di stile, ma rende bene l'idea).
Ma lasciando perdere lo status senatoriale del nostro Nonno della Patria, vi siete accorti che ormai nessuno prende più in considerazione l'idea che si lavora per campare e non si dovrebbe campare per lavorare? Sembra una banalità da tavolino del BAR sotto casa, ma in realtà vedo sempre e solo delle gran richieste di flessibilità, sacrifici, disponibilità e via così... Insomma, la persona ormai è identificata con il proprio lavoro, non con le proprie passioni e la propria creatività: cose che invece dovrebbero potersi esprimere (anche) fuori dall'ambito lavorativo, magari coltivando qualche hobby costruttivo (ma non c'è più tempo per queste cose)! Siamo veramente diventati risorse umane, e in una società consumistica le risorse sono fatte per essere consumate.
Mi viene anche in mente che questa potrebbe essere una strategia efficace per innescare le famose guerre tra poveri che pare piacciano tanto a certa gente: che i poveri sfigati senza tutele se la prendano con i privilegiati del posto fisso (e quando vedo i miei genitori tornare a casa stanchi morti mi chiedo dove cacchio siano questi privilegi) e ci lascino lavorare. W la coesione sociale.

Mi viene in mente una frase del Dott. Sassaroli in Amici Miei: "Anch'io ho sofferto. Ho sofferto come un cane per QUASI tre quarti d'ora".


7 commenti:

  1. Ciao Fabio, già oggi mi gira storta... hai idea adesso di quanto girino anche a me, dopo questa notizia? Che vergogna... "che monotonia il posto fisso"... ho il vomito. Sarebbe tutto da rifare, tutto, tutto, tutto: società, politica, economia, pure il tempo libero. Che schifo. Hai ragione, siamo "risorse umane" da consumare fino al midollo finchè c'è vita, poi per forza ti devono pur lasciare andare nella tomba...

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  2. LASCIARE andare nella tomba? Come fosse gratis :-)
    http://www.costofunerale.com/preventivo_spesa_funerale_completo_.htm
    Prego notare il funerale versione "base"!

    A parte le stupidaggini, hai ragione. Le cose vanno riorganizzate da cima a fondo... Il problema è che siamo viziati (mi ci metto pure io): videogiochi, mega schermi, palmari, macchinoni, usa-e-getta ecc. ecc. Tutti prodotti di una società di stampo consumistico/capitalistico. Quella roba per avere costi "abbordabili" richiede gente che ci lavori in condizioni disumane. Ovviamente quando questi problemi sono lontani e a noi arriva il prodotto finito va tutto benone, ma prima o poi questa gente finisce per farci concorrenza e allora bisogna diventare competitivi per restare sul mercato... Ed ecco che a forza di competere qualcuno resta schiacciato.

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  3. Ritengo sia improponibile che l'essere umano possa rimanere sano di mente rimanendo sempre nell'incertezza del futuro. Non sapere cosa farà e dove sarà tra un anno prima o poi lo porerà alla
    tomba! FORSE è quello che sperano, così non devono pagare la pensione...
    E poi tale metodo nella teoria funziona se il lavoro ti desse talmente tanti soldi da poterti permettere di vivere in attesa di trovare la nuova occupazione, ma nella pratica lavori con un
    contratto da 500 euro al mese e la teoria non funziona più.
    Sarebbe bene che gli economi tenessero presente tutte le variabili quando vanno a risolvere un problema!!!

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    1. Giada, condivido in pieno quello che hai scritto sul fatto che non si può restare sani di mente avendo davanti solo incertezza. E, a parte l'aspetto psicologico (che non è da sottovalutare), l'intera società è destinata a sgretolarsi se i giovani (e anche i "quasi adulti", perchè in fondo dai 30 anni in su non si è forse adulti a pieno titolo?) non hanno nessunissima possibilità concreta di costruirsi un futuro. Mi inorridisce la logica miope con cui politici ed economisti continuano a trattare la questione... e se l'umanità è questa (uomini che, arrivati ad avere in mano enormi responsabilità, continuano a pensare solo all'erba del proprio cortile), inizio quasi a pensare che dovremmo dare una possibilità alle profezie maya.

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  4. O tanti soldi da vivere tranquillamente mentre ti cerchi un lavoro, oppure avere un buon sussidio di disoccupazione o un reddito di cittadinanza.
    Ma dopotutto qui le cose funzionano a questo modo: prima si toglie, poi (forse, ma anche no) si concede qualcosa.
    Ricordiamoci che viviamo in un paese dove paghiamo una tassa per finanziare la Guerra d'Etiopia, terminata nel 1936. MILLENOVECENTOTRENTASEI!

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  5. E' proprio vero che bisogna cambiare l'idea di lavoro che abbiamo, l'identificare noi stessi con il lavoro, l'impegnarci così tanto della nostra vita ore, ma anche weekend e tempo libero. Se ci fai caso la seconda cosa che chiedi quando conosci una persona dopo il nome, è che lavoro fa. Per chi ce l'ha il lavoro, gli altri si impegnano uguale (penso ai vari stage) ma con la promessa fumosa di un lavoro serio.
    "Nonno Mario che dice le cose giuste per il futuro" mi ha fatto ridere ma non tanto, a sto punto spero anch'io nella profezia dei maya.
    Annaelaneve (sempre in lite con wordpress)

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  6. Qui sopra volevo dire in lite con blogspot, ma ormai anche con wordpress! Silvia ne sa qualcosa dei miei errori di battitura! :-)
    Annaelaneve (in lite coi blog)

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