lunedì 6 maggio 2013

Quei figli di una volta


Con lo scorso articolo decisi di rendervi partecipi delle mie avventure pendolariche sul trenino che mi scarrozza attraverso la tratta Ferrara/Ravenna. Rileggendomi, ammetto di essermi fatto prendere un po' la mano: forse ho calcato troppo sugli aspetti meno positivi del viaggio, che, ci tengo a precisarlo, sono inezie per chi come me ha passato l'adolescenza sulla famigerata tratta Codigoro/Ferrara, provvista di treni che non avrebbero fatto sfigurare convogli costruiti in quegli anni dove le ascelle destre erano sempre più arieggiate delle sinistre.

Ma sto divagando.
Ho deciso che questo articolo lascerà perdere le rotaie per dedicarsi alla terza parte del mio viaggio: la traversata con l'autobus.

L'autobus è un microcosmo: dotato di un clima proprio, una fauna e, nei mesi più caldi e umidi, anche di una flora (saldamente radicata negli interstizi tra le guaine dei finestrini). Gli spazi angusti favoriscono la promiscuità tra i frequentatori e rendono impossibile ricavarsi uno spazio dove appartarsi senza subire interferenze dalla vecchietta di turno, decisa a raccontarti che, si, lei a quell'arpia della nuora caverebbe proprio gli occhi e che figli come quelli di una volta non se ne fanno più. La sorprendente competitività connaturata all'ambiente spinge alla formazione di tribù in lotta per motivi per la conquista di obiettivi strategici (una volta, un gruppo di signore si lamentò del fatto che suonai prima di loro il campanello per richiedere la fermata), esponendo lo sprovveduto utente al rischio di trovarsi coinvolto in una faida geriatrica tra gruppetti di signore attempate.

Da Monty Python's Flying Circus

Vi lascio ad una piccola raccolta di assurdità ascoltate (e prontamente registrate) durante le mie traversate "on-the-road".


La millanto-cinefila:
"I film adesso li fanno così: li allungano. Tipo Star Wars, che sono sette, ma all'inizio avevano ideato solo i primi cinque" [La saga cinematografica di Guerre Stellari è composta da due trilogie, la prima girata tra il 1977 e il 1983 e l'ultima tra il 1999 e il 2005]
Lo struzzo:
No no, non leggo i giornali e se vedo un TG cambio canale. Che qui dicono che andiamo sempre male e mi deprimo. Guarda te se uno deve sentirsi sempre dire che andiamo male e che la gente si uccide. Io non voglio sentire niente eh. Potrei leggere i giornali tutto il giorno col tempo che ho, ma mi rifiuto!

L'ottimista:
Questo dovrebbe essere il governo [Letta] della svolta. Io ci conto: è un governo giovanile che darà una svolta, visto che ormai siamo ridicoli nel mondo.

L'indignata:
"Possibile che hanno fatte le votazioni e siamo ancora senza governo? Questi spendono milioni di euro e poi..." [Il governo Letta non s'era ancora formato]
"Ma lei chi ha votato?"
"Ah io non voto, che tanto fanno come vogliono. Che vergogna."

Non fanno più i figli di una volta:
Anziana signora a mamma con neonato:
"Ma è birbone? Perché nascono già così oggi"

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