lunedì 6 agosto 2012

Ibidem: Un pugno di soldi

Tra i Carmina Burana (testi poetici contenuti in un manoscritto del XIII secolo) ho trovato un pezzo che è attuale oggi più che mai.

La traduzione dal latino è abbastanza libera e in alcuni punti è ispirata a quella di George F. Whicher (The Goliard Poets, Cambridge: University press, 1949). Buon divertimento!


MANUS FERENS MUNERA    

UN PUGNO DI SOLDI

Manus ferens munera
pium facit impium;
nummus iungit federa,
nummus dat consilium;
nummus lenit aspera,
nummus sedat prelium.
Nummus in prelatis
est pro iure satis;
Nummo locum datis
vos, qui iudicatis.

Nummus ubi loquitur,
fit iuris confusio;
pauper retro pellitur,
quem defendit ratio,
sed dives attrahitur
pretiosus pretio.
Hunc iudex adorat,
facit, quod implorat;
pro quo nummus orat,
explet, quod laborat.

Nummus ubi predicat,
labitur iustitia,
et causam, que claudicat,
rectam facit curia,
pauperem diiudicat
veniens pecunia.
Sic diiudicatur,
a quo nichil datur;
iure sic privatur,
si nil offeratur.

Hec est causa curie,
quam daturus perfecit;
defectu pecunie
causa Codri defecit.
Tale fedus hodie
defedat et inficit
nostros ablativos,
qui absorvent vivos,
moti per dativos
movent genitivos.

Sunt potentum digiti
trahentes pecuniam;
tali preda prediti
non dant gratis gratiam,
sed licet illiciti
censum censent veniam.
Clerici non morum
cura, sed nummorum,
quorum nescit chorum
chorus angelorum.

"Date, vobis dabitur":
talis est auctoritas,
danti pie loquitur
impiorum pietas;
sed adverse premitur
pauperum adversitas.
Quo vult, ducit frena,
cuius bursa plena;
sancta dat crumena,
sancta fit amena.
Un pugno di soldi
fan del santo un peccatore;
I soldi concludono gli affari,
i soldi dan consigli;
I soldi appianano le asperità,
i soldi pongono fine alle guerre.
Nella corte ecclesiastica
i soldi sono legge;
Voi che amministrate il giudizio,
fate largo ai soldi!

Dove il denaro alza la voce,
il diritto va in confusione;
viene respinto il povero
che sostiene la ragione,
ma è attratto il facoltoso
dal ricco premio.
Il giudice concede felicemente
quanto gli viene richiesto;
Chi prega il denaro,
raggiunge il suo obiettivo.

Dove a predicare è il denaro
s'affanna la giustizia,
e la causa zoppicante
è appoggiata dalla corte,
ove arriva il denaro
sotto giudizio finisce il povero.
Così viene giudicato
chi non può ricambiare,
il diritto è sottratto
se nulla si può offrire.

Questa è la situazione,
come sarà dimostrato:
Per mancanza di denaro
Codro perse la sua causa.
Oggi quest'avarizia
infetta e macchia
i nostri ablativi,
banditi da sopprimere,
preda i generosi dativi,
lasciando gli avidi genitivi.

Le dita dei potenti
son calamite per il denaro;
Quando un bottino è in vista
mai nulla danno liberamente,
ma l'illecito diventa lecito
e dal censo dipende il perdono.
Chierici che non si occupano
dei modi, ma dei denari,
di loro non si cura
il coro degli angeli.

"Date e vi sarà dato":
Questo è il precetto,
così dice al pio che dona
la pietà degli empi;
Ma all'opposto è affrontata
la sventura dei poveri.
Fa ciò che vuole e tira le redini,
colui che ha la borsa piena;
Il borsellino dona santità
e rende sacro il piacere.

3 commenti:

  1. Si meritano un paio di colpetti sulla spalla con un pizzico di "compassione" e tanta considerazione, coloro che oggi lottano per estirpare quella che credono erbaccia ma, invece, è una foresta infestante millenaria.......... ma qualcosa bisogna pur fare!

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  2. Oggi non ci compriamo piú le indulgenze (o forse si? pensiamo a De pedis seppellito in una chiesa fino ad un mese fa), ma i tempi non sono troppo cambiati!

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  3. Oppure pensa alla comunione di un Berlusconi pluridivorziato (ne ho preso uno così, a caso). Comunque se devo essere sincero questo è un problema che tange i cattolici e le loro anime, io sono molto più preoccupato quando con i soldi ci si compra il perdono del corpo.

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